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Sono trascorsi ormai 5 anni da quando il Gruppo Natura Lentiai mi chiese la disponibilità a realizzare delle opere artistiche lungo il sentiero di circa 2 km. dei Laghetti della Rimonta, dopo la sistemazione avvenuta ad opera dell’allora Comunità Montana. L’idea mi piacque molto e mi resi disponibile, pur ritenendo che fosse opportuno collocare altre opere oltre le mie
Decisi di coinvolgere artisti locali o residenti in provincia. Inoltre volevo dare un indirizzo artistico, una sorta di filo conduttore che unisse le varie opere. Dato che il percorso attraversava la bellissima natura dei laghetti della Rimonta, mi parve che questo filo conduttore non potesse che essere rappresentato che dalla natura stessa: in particolare dai piccoli animali e dagli insetti (che a volte passano quasi inosservati) che popolano questo territorio, come la rana, la libellula, il cervo volante...
Successivamente furono realizzate anche opere di diverso tenore, ma sempre pensate in modo da inserirsi al meglio nel contesto del territorio, come ad esempio il e il folletto, lo gnomo, il drago “Rufus” ed i funghi giganti. Inoltre, fu realizzato anche un murale nel quale sono rappresentati i lavori che un tempo si eseguivano con l’utilizzo dell’acqua.
Dopo che l’Unione Montana Valbelluna ha provveduto al recupero degli abeti abbattuti dalla terribile e devastante tempesta Vaia nell’autunno del 2018, si pensò di scolpire alcune “zoche” (ceppi). Per tale intervento furono invitati altri scultori Bellunesi che, ognuno con la propria fantasia e sensibilità, hanno fatto rivivere il bosco proprio dove la tempesta l’aveva colpito quasi a morte.
Tutto questo con l’intento di valorizzare il sito, arricchendo, per così dire, la già meravigliosa natura del luogo con il frutto dell’ingegno e della creatività dell’uomo.
Un binomio, a mio parere, vincente, come dimostra il gran numero di proposte simili che ormai vengono realizzate in tutta Italia e non solo. Lo dimostra la moltitudine di persone che da anni frequentano i Laghetti della Rimonta.
Un ringraziamento particolare va all’Unione Montana Valbelluna sempre pronta alla manutenzione dell’intero percorso di accesso all’area e alle ex Amministrazioni Comunali di Lentiai e Mel, ora Borgo Valbelluna, che ci hanno sempre sostenuto anche finanziariamente.

Franco Vergerio

Walter Bernardi è un mosaicista e pittore che vive a Mel (BL).
Frequenta agli inizi degli anni settanta un corso biennale di Mosaico artistico a Venezia.
Inizialmente paesaggista legato alla tradizione veneta, trasforma con il tempo l’idea vedutista con un’analisi più profonda del rapporto con la natura e il proprio territorio.
Parallelamente porta avanti una ricerca puramente astratta e slegata da ogni elemento figurativo, dove, da un caos iniziale, i colori definiscono una propria autonomia e muovendosi in uno spazio immaginario acquistano energie, si nascondono nell’oscurità, riesplodono nella luce, si oppongono in repentini scontri fra caldi e freddi, fra primari e complementari, fluttuano e danzano, si uniscono avvolgenti e si dissolvono in pulviscolo, evolvendosi in corso d’opera, verso un finale mai calcolato prima e spesso punto di avvio per successivi, nuovi percorsi.
Numerose sono le sue mostre in gallerie private e spazi pubblici in Italia, Francia, Spagna, Austria e Germania

Walter Bernardi - La via dell'acqua

Murales di Walter Bernardi

Foto di Walter Argenta

La famiglia Corriani opera nel settore del ferro battuto dal 1929 a partire dal fondatore Candido Corriani, detto “Bepi” già allievo dell’Istituto superiore d’ arte e grafica di Monza nonché di insigni maestri come Carlo Rizzarda ed Alessandro Mazzucotelli.
Bruno Corriani, nato nel 1964, a quindici anni cominciò la sua attività a partire dai lavori più umili, per poi passare al vero e proprio lavoro di fabbro. Nel 1984 l’officina diventò l’officina di Bruno Corriani, su espresso volere di Candido.
Da allora Bruno si occupa del disegno e delle esecuzioni di svariati lavori: lampade, candelieri, letti, inferriate, corredi da camino, cancelli, gazebo e di tutti gli oggetti che ruotano nel campo del ferro battuto artistico e dell’architettura di esterni ed interni.
Egli si occupa anche del restauro sia di opere antiche che contemporanee ed ha ottenuto l’ambito incarico. Si ricordano fra i restauri più importanti la cancellata della “Villa reale” e della “Cappella espiatoria” di Monza.
La figura di Bruno Corriani ha avuto una certa eco nei mass media: è presente nel documentario di Ermanno Olmi “Artigiani veneti”.
La ditta Corriani ha partecipato a varie manifestazioni e mostre e, nel 1997, a Feltre ha vinto il primo premio QUALITA’ ROTARY INTERNATIONAL.

Bruno Corriani - La libellula

Scultura in ferro di una libellula fatta da Bruno Corriani

Foto di Walter Argenta

Mauro Ricci, sempre attratto dal ferro come materia, ha incominciato l’attivita’ attingendo agli insegnamenti del maestro Bepi Corriani (allievo del Rizzarda).
Per molti anni ha allestito manufatti come cancellate o ringhiere ispirate allo stile veneto, in seguito, la sua evoluzione ha assunto un aspetto piu’ prettamente artistico.
Egli si è dedicato, in particolare, e con lusinghieri risultati, alla lavorazione a freddo del ferro.
Ha partecipato a manifestazioni e concorsi sia in Italia che all’estero: alla “Biennale del ferro artistico” (svariate volte) in cui ha ricevuto il riconoscimento di ”maestro del ferro” essendo stato inserito tra i 100 migliori maestri italiani.
Ha esposto a Firenze presso palazzo Pitti, in Austria, in Germania, in collaborazione con “Claudia Augusta Altinatae”. Le sue opere sono state esposte negli Stati Uniti ed in Marocco.

Mauro Ricci - Il cervo volante

Scultura in ferro di un cervo volante eseguita da Mauro Ricci

Foto di Walter Argenta

Andrea Gaspari nasce a Cortina d’Ampezzo il 9 Giugno 1961 e si laurea in Scienze Forestali all’Universita’ di Padova.
Dal 1986 è scultore professionista. Dal 1988 collabora con Gardaland (Verona) dove è stato assunto per come realizzatore di scenografie. Dal 1990 è responsabile del reparto scultura/modelli presso la ditta Mazzoli enterprise di Merate con innumerevoli lavori per molti parchi divertimento costruendo set scenografici per attrazioni varie: Rambo show Terminator Horror House, Main Street, Flinstones.
Realizza inoltre fontane, vasche, cascate e rocce artificiali in vetroresina o materiale cementizio.
Collabora saltuariamente con teatri come la Scala e il Piccolo di Milano nella costruzione di sezioni particolari di scenografia.
Dal 1982 partecipa a concorsi di scultura in legno in Italia e all’estero riportando numerosi premi. L’ultimo il “premio bambini” all’ex tempore “San Martino” a Belluno.
Negli ultimi anni, in base al suo motto "QUASI TUTTO, QUASI SUBITO" ha iniziato a lavorare tutti i materiali come fieno, cioccolato, segatura, sabbia, ghiaccio, legno, cemento, polistirolo, creta, mortadella, vetroresina.
Da 10 anni insegna intaglio del legno in corsi da lui organizzati, diffondendo l’amore per quest’arte, tramandatagli da suo padre, scultore in Cortina d’Ampezzo.

Andrea Gaspari - Rufus il drago

Scultura in legno eseguita da Andrea Gaspari di un drago immerso in un laghetto e nascosto da un canneto

Foto di Walter Argenta

Ezio Giordano è nato a Vas di Lentiai nel 1958 e solo negli ultimi anni si è dedicato alla scultura su legno da autodidatta. Ha frequentato presso la scuola del legno di Sedico a corsi di sculture di maschere e disegno tenuti dall’artista Walter Bernardi.
Nella sua opera si stagliano con forza due elementi: da una parte il legame con la natura, che emerge non solo nei soggetti ma anche nella scelta dei materiali, dall’altra la dimensione fantastica che permette al pubblico di vagare nell’immaginario, di ritornare bambino.
Sotto le sue mani, e grazie alla sua creatività, dal legno dell’olmo, del cirmolo, emergono personaggi inconfondibili che popolano le nostre storie antiche, gnomi e folletti dall’aspetto fiabesco.
Nella sua pur breve carriera artistica ha partecipato ad una serie di manifestazioni locali, dalla “Festa del miele” in Val de Canzoi, al “Simposio” sul Campon d’Avena per i mondiali di parapendio, alla valorizzazione del sentiero che conduce al rifugio Dal Piaz, all’abbellimento del sentiero dei Laghetti della Rimonta.
I suoi lavori sono stati presentati anche nel corso di alcune mostre estemporanee in diversi comuni del territorio provinciale.
L’opera più significativa realizzata è un orso affiancato da un cucciolo dal peso di due tonnellate in legno di cedro.

Ezio Giordano - Lo gnomo

Scultura in legno eseguita da Ezio Giordano di uno gnomo con una chiocciola sopra.

Foto di Walter Argenta

Franco Vergerio nasce a Lentiai il 31 marzo 1945, vive nel paese natìo fino all’età di sette anni, per poi abbandonarlo ed emigrare con la sua famiglia a Genova.
Tuttavia, necessità familiari lo spingono ben presto a lasciare gli studi e ad intraprendere il lavoro di disegnatore in uno studio tecnico.
A Genova vive sedici anni, ma la vita di città e il lavoro d’ufficio lo rendono insofferente tanto da decidere di scappare e tornare al proprio paese d’origine.
A contatto con la natura e libero dalla quotidiana monotonia del lavoro d’ufficio scopre l’amore per l’arte e per la scultura. Per diciassette anni alterna il lavoro in altura all’attività di scultore, che diventerà poi la sua unica occupazione.
Le sue sculture sembrano il punto mediale di una lunga peregrinazione, vissuta fra dubbi ed interrogativi esistenziali e proiettata verso una possibile pace globale.
I suoi legni sono netti, ma morbidi, sinuosi e carezzevoli; sono stati moncati di tutti i tormenti vegetali dell’origine, quindi ripuliti della loro storia naturale e sociale e rimandati poi, sobri nei nodi e nelle venature incancellabili, alla visione di nuovi occhi.
Questi legni sembrano parlare di vecchi dissidi personali ora sopiti e sembrano manifestarsi come una tensione verso l’essenziale, il non contingente, il puro.
Le sculture di Vergerio sono forse cosi pulite anche perché la loro matrice risulta priva del superfluo. Sono sculture legate ad una cultura, perciò intimistiche, ma appartengono ormai al mondo, quindi apolidi, cosmopolite.

Franco Vergerio - La ragnatela

Scultura in legno e corda di Franco Vergerio, raffigurante una ragnatela sospesa fra due alberi ed un ragno.

Foto di Walter Argenta

Artisti vari - La rinascita

Una scultura su un ceppo di legno raffigurante un fiore

Foto di Walter Argenta

Artisti vari - La rinascita

Alcune opere d'arte su base di ceppi di legno

Foto di Walter Argenta

Beppino Lorenzet è nato e vive a Carve di Mel, nel comune di Borgo Valbelluna, e ha iniziato la sua carriera di scultore nel 1980.
Qualche anno fa ha scelto di dedicarsi completamente alla ricerca e realizzazione delle sue opere. Ha frequentando vari corsi di scultura ed è entrato in contatto con realtà culturali ed artistiche internazionali, arricchendo ulteriormente la sua forma espressiva.
Nell’ultimo periodo a tralasciato il tutto tondo a favore del basso e alto rilievo, che realizza anche in grandi dimensioni.
Nei caldi toni del noce, dell’olmo e del cirmolo, naturalmente profumato, emergono personaggi inconfondibili che firmano le opere di Lorenzet e le rendono uniche.
Uomini e donne con gli occhi stretti in uno sforzo espressivo, bocche importanti, qualche seno che compare tra i pizzi cesellati con maestria, corpi tesi ed aggressivi totalmente assorbiti, come teatranti, nella parte a loro destinata. Muri scrostati, vecchi chiodi, funi annodate e consunte dal tempo e dall’uso sono ricordi dell’infanzia contadina da cui è scappato con l’estro e la fantasia.
Luci e ombre completano le opere di Beppino, facendole respirare di vita propria.
Beppino Lorenzet non parla volentieri dei suoi lavori: non esaudisce la curiosità del suo pubblico a cui non restano che piccole finestre con inferriata da cui guadare i sogni, senza poterli afferrare.
Nel corso della sua attività egli ha partecipato a oltre 40 concorsi nazionali ed internazionali di scultura su legno e neve

Beppino Lorenzet - Il folletto

Una scultura di legno eseguita da Beppino lorenzet di uno gnomo che si arrampica su una corda ed un gufo sulla spalla.

Foto di Walter Argenta

Sara Andrich è nata ad Agordo 30 Luglio 1974. Vive e lavora a Sedico.
Ha frequentato con successo l’Accademia di Belle Arti di Venezia, laureandosi in Scultura con tesi sulla maschera, argomento che studia ed approfondisce costantemente, realizzando personalmente maschere in legno e cuoio e collaborando con il gruppo Mascherai dell’Associazione “Arca dei Volti APS” di cui è vicepresidente.
Ha partecipato e partecipa ad eventi di scultura lignea, di arte performativa, mostre ed installazioni land art, realizzando opere utilizzando vari materiali quali legno, gesso, ceramica, poliuretano espanso, ferro, neve.
La sua ricerca artistica è eclettica ed ama inserire elementi curiosi ed interattivi e giocare cromaticamente dando ad ogni materiale nuova interpretazione.
Da anni si dedica all’insegnamento del disegno, della pittura e della scultura, presso la scuola del Legno di Sedico e nei corsi serali per adulti e nei laboratori artistici per ragazzi e bambini.
Vince numerosi premi fra cui il 3° premio al “Livigno wood’n’art (2018)”, il 1° Premio “Amedeo dal Pos” (2017) al simposio di scultura in legno di Canale ed infine il 3° posto al Concorso su neve a Valbondione (2010).

Sara Andrich - Il nido

Una scultura eseguita da Sara Andrich di un nido con degli uccellini col il becco aperto arancione.

Foto di Walter Argenta

Beppino Lorenzet - Il fungo

Una scultura eseguita da Beppino Lorenzed di un fungo.

Foto di Walter Argenta

Gianni Stiletto, nato a Tambre d’Alpago (dove è mancato, nel 2013), è stato artista poliedrico e docente di educazione artistica.
Un’evoluzione, la sua, che lo ha indotto a non dispiegare le sue vele solo al vento dei puri sensi e delle sensazioni, a non misurarsi unicamente con il “veduto”, ma a cimentarsi con il “concepito”, navigazione tempestosa nel mondo intellegibile.
L’arte, per Stiletto, diviene una singolare fusione di istinto e razionalità, di pensiero e azione. In questa ottica, lo spazio e il nulla assumono valore in sé, in una concezione euclidea, dove arcane geometrie, arditi volumi in ampie ed accese aree cromatiche, si fondono in una dimensione assai originale. Stiletto è il frutto di una raffinata cultura accademica. Docente di discipline artistiche riassume in sé il tormento e i multiformi aspetti dell’evoluzione dell’arte.
La sua mano è abile nel disegno ed è in possesso dei valori, dell’uso giusto e sapiente dei differenti grigi per rendere i volumi e far scaturire l’ombra e la luce.
Così come i colori, più sovente i colori primari, divengono strumenti docili che usa come mezzo emotivo del suo linguaggio.
Nonostante la tecnica sia un imprescindibile punto di partenza, in ogni sua opera domina la creatività, la capacità di dire il nuovo e di ripensare codici artistici del passato con una propria originalità.
Ha esposto le sue opere in varie mostre collettive in Italia e all’estero ed ha partecipato anche a simposi di scultura su legno, ha effettuato installazioni nell’ambiente, pitture murali e opere di scultura pubbliche.

Gianni Stiletto e Franco Vergerio - Concerto con coro di farfalle

Un'installazione di ideata e creata da Franco Vergerio raffigurante un contrabbasso, sopra il quale sono posizionate delle farfalle create da Gianni Stiletto.

Foto di Walter Argenta

Luca Lisot è nato ad Aarau (Svizzera) nel 1973. Dopo aver praticato nuoto agonistico e pallanuoto scopre l’arte in tutte le sue forme. Questa passione, assieme all’arrampicata, lo travolgerà e gli farà scoprire e liberare una parte di sé che da troppi anni ignorava.
Dopo aver frequentato corsi di scultura e di disegno di nudo, inizia un percorso di ricerca fatto di intensità e consapevolezza. Questo lo porterà a confrontarsi, in diversi simposi e mostre in Italia e all’estero, con grandi artisti.
Le sue creazioni prendono spunto dalla natura, sua grande ispiratrice, e dalle linee sinuose e armoniose delle donne. Crea sculture secondo uno stile molto personale alquanto stilizzato ed essenziale.
L’essenza della sua arte è stata così definita:
«Corpi di donne stilizzati, figure astratte che mirano a comunicare l’essenza delle cose e delle forme, opere che testimoniano la volontà di andare oltre la figura per approdare a forme ora cubiste, ora dinamiche e futuriste, ora sinuose e sensuali, alla Brancusi. C’è dell’espressionismo astratto nell’opera di Lisot, ma non solo: nelle sue sculture il pubblico è chiamato a interagire, a interpretare e a commentare ciò che ha davanti agli occhi: la scultura di Lisot non è qualcosa che semplicemente si contempla, è una percezione che richiede impegno da parte di chi ne fruisce».
L’essenza dell’arte, per lui, si condensa in poche, significative parole:
VIAGGIARE...L’AVVENTURA DI CONOSCERE SE STESSI,
IN PUNTA DI PIEDI.
LA VITA...BUON VIAGGIO

Luca Lisot - La rana

Una scultura di legno raffigurante una rana creata da Luca Lisot.

Foto di Walter Argenta

Testi tratti liberamente dal libro "RimontArte" edito dal Gruppo Natura Lentiai e Comitato Frazionale di Bardies.

Sono trascorsi ormai 5 anni da quando il Gruppo Natura Lentiai mi chiese la disponibilità a realizzare delle opere artistiche lungo il sentiero di circa 2 km. dei Laghetti della Rimonta, dopo la sistemazione avvenuta ad opera dell’allora Comunità Montana. L’idea mi piacque molto e mi resi disponibile, pur ritenendo che fosse opportuno collocare altre opere oltre le mie
Decisi di coinvolgere artisti locali o residenti in provincia. Inoltre volevo dare un indirizzo artistico, una sorta di filo conduttore che unisse le varie opere. Dato che il percorso attraversava la bellissima natura dei laghetti della Rimonta, mi parve che questo filo conduttore non potesse che essere rappresentato che dalla natura stessa: in particolare dai piccoli animali e dagli insetti (che a volte passano quasi inosservati) che popolano questo territorio, come la rana, la libellula, il cervo volante...
Successivamente furono realizzate anche opere di diverso tenore, ma sempre pensate in modo da inserirsi al meglio nel contesto del territorio, come ad esempio il e il folletto, lo gnomo, il drago “Rufus” ed i funghi giganti. Inoltre, fu realizzato anche un murale nel quale sono rappresentati i lavori che un tempo si eseguivano con l’utilizzo dell’acqua.
Dopo che l’Unione Montana Valbelluna ha provveduto al recupero degli abeti abbattuti dalla terribile e devastante tempesta Vaia nell’autunno del 2018, si pensò di scolpire alcune “zoche” (ceppi). Per tale intervento furono invitati altri scultori Bellunesi che, ognuno con la propria fantasia e sensibilità, hanno fatto rivivere il bosco proprio dove la tempesta l’aveva colpito quasi a morte.
Tutto questo con l’intento di valorizzare il sito, arricchendo, per così dire, la già meravigliosa natura del luogo con il frutto dell’ingegno e della creatività dell’uomo.
Un binomio, a mio parere, vincente, come dimostra il gran numero di proposte simili che ormai vengono realizzate in tutta Italia e non solo. Lo dimostra la moltitudine di persone che da anni frequentano i Laghetti della Rimonta.
Un ringraziamento particolare va all’Unione Montana Valbelluna sempre pronta alla manutenzione dell’intero percorso di accesso all’area e alle ex Amministrazioni Comunali di Lentiai e Mel, ora Borgo Valbelluna, che ci hanno sempre sostenuto anche finanziariamente.

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Franco Vergerio

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Walter Bernardi è un mosaicista e pittore che vive a Mel (BL).
Frequenta agli inizi degli anni settanta un corso biennale di Mosaico artistico a Venezia.
Inizialmente paesaggista legato alla tradizione veneta, trasforma con il tempo l’idea vedutista con un’analisi più profonda del rapporto con la natura e il proprio territorio.
Parallelamente porta avanti una ricerca puramente astratta e slegata da ogni elemento figurativo, dove, da un caos iniziale, i colori definiscono una propria autonomia e muovendosi in uno spazio immaginario acquistano energie, si nascondono nell’oscurità, riesplodono nella luce, si oppongono in repentini scontri fra caldi e freddi, fra primari e complementari, fluttuano e danzano, si uniscono avvolgenti e si dissolvono in pulviscolo, evolvendosi in corso d’opera, verso un finale mai calcolato prima e spesso punto di avvio per successivi, nuovi percorsi.
Numerose sono le sue mostre in gallerie private e spazi pubblici in Italia, Francia, Spagna, Austria e Germania

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Walter Bernardi - La via dell'acqua

Murales di Walter Bernardi

Foto di Walter Argenta

La famiglia Corriani opera nel settore del ferro battuto dal 1929 a partire dal fondatore Candido Corriani, detto “Bepi” già allievo dell’Istituto superiore d’ arte e grafica di Monza nonché di insigni maestri come Carlo Rizzarda ed Alessandro Mazzucotelli.
Bruno Corriani, nato nel 1964, a quindici anni cominciò la sua attività a partire dai lavori più umili, per poi passare al vero e proprio lavoro di fabbro. Nel 1984 l’officina diventò l’officina di Bruno Corriani, su espresso volere di Candido.
Da allora Bruno si occupa del disegno e delle esecuzioni di svariati lavori: lampade, candelieri, letti, inferriate, corredi da camino, cancelli, gazebo e di tutti gli oggetti che ruotano nel campo del ferro battuto artistico e dell’architettura di esterni ed interni.
Egli si occupa anche del restauro sia di opere antiche che contemporanee ed ha ottenuto l’ambito incarico. Si ricordano fra i restauri più importanti la cancellata della “Villa reale” e della “Cappella espiatoria” di Monza.
La figura di Bruno Corriani ha avuto una certa eco nei mass media: è presente nel documentario di Ermanno Olmi “Artigiani veneti”.
La ditta Corriani ha partecipato a varie manifestazioni e mostre e, nel 1997, a Feltre ha vinto il primo premio QUALITA’ ROTARY INTERNATIONAL.

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Bruno Corriani - La libellula

Scultura in ferro di una libellula fatta da Bruno Corriani

Foto di Walter Argenta

Mauro Ricci, sempre attratto dal ferro come materia, ha incominciato l’attivita’ attingendo agli insegnamenti del maestro Bepi Corriani (allievo del Rizzarda).
Per molti anni ha allestito manufatti come cancellate o ringhiere ispirate allo stile veneto, in seguito, la sua evoluzione ha assunto un aspetto piu’ prettamente artistico.
Egli si è dedicato, in particolare, e con lusinghieri risultati, alla lavorazione a freddo del ferro.
Ha partecipato a manifestazioni e concorsi sia in Italia che all’estero: alla “Biennale del ferro artistico” (svariate volte) in cui ha ricevuto il riconoscimento di ”maestro del ferro” essendo stato inserito tra i 100 migliori maestri italiani.
Ha esposto a Firenze presso palazzo Pitti, in Austria, in Germania, in collaborazione con “Claudia Augusta Altinatae”. Le sue opere sono state esposte negli Stati Uniti ed in Marocco.

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Mauro Ricci - Il cervo volante

Scultura in ferro di un cervo volante eseguita da Mauro Ricci

Foto di Walter Argenta

Andrea Gaspari nasce a Cortina d’Ampezzo il 9 Giugno 1961 e si laurea in Scienze Forestali all’Universita’ di Padova.
Dal 1986 è scultore professionista. Dal 1988 collabora con Gardaland (Verona) dove è stato assunto per come realizzatore di scenografie. Dal 1990 è responsabile del reparto scultura/modelli presso la ditta Mazzoli enterprise di Merate con innumerevoli lavori per molti parchi divertimento costruendo set scenografici per attrazioni varie: Rambo show Terminator Horror House, Main Street, Flinstones.
Realizza inoltre fontane, vasche, cascate e rocce artificiali in vetroresina o materiale cementizio.
Collabora saltuariamente con teatri come la Scala e il Piccolo di Milano nella costruzione di sezioni particolari di scenografia.
Dal 1982 partecipa a concorsi di scultura in legno in Italia e all’estero riportando numerosi premi. L’ultimo il “premio bambini” all’ex tempore “San Martino” a Belluno.
Negli ultimi anni, in base al suo motto "QUASI TUTTO, QUASI SUBITO" ha iniziato a lavorare tutti i materiali come fieno, cioccolato, segatura, sabbia, ghiaccio, legno, cemento, polistirolo, creta, mortadella, vetroresina.
Da 10 anni insegna intaglio del legno in corsi da lui organizzati, diffondendo l’amore per quest’arte, tramandatagli da suo padre, scultore in Cortina d’Ampezzo.

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Andrea Gaspari - Rufus il drago

Scultura in legno eseguita da Andrea Gaspari di un drago immerso in un laghetto e nascosto da un canneto

Foto di Walter Argenta

Ezio Giordano è nato a Vas di Lentiai nel 1958 e solo negli ultimi anni si è dedicato alla scultura su legno da autodidatta. Ha frequentato presso la scuola del legno di Sedico a corsi di sculture di maschere e disegno tenuti dall’artista Walter Bernardi.
Nella sua opera si stagliano con forza due elementi: da una parte il legame con la natura, che emerge non solo nei soggetti ma anche nella scelta dei materiali, dall’altra la dimensione fantastica che permette al pubblico di vagare nell’immaginario, di ritornare bambino.
Sotto le sue mani, e grazie alla sua creatività, dal legno dell’olmo, del cirmolo, emergono personaggi inconfondibili che popolano le nostre storie antiche, gnomi e folletti dall’aspetto fiabesco.
Nella sua pur breve carriera artistica ha partecipato ad una serie di manifestazioni locali, dalla “Festa del miele” in Val de Canzoi, al “Simposio” sul Campon d’Avena per i mondiali di parapendio, alla valorizzazione del sentiero che conduce al rifugio Dal Piaz, all’abbellimento del sentiero dei Laghetti della Rimonta.
I suoi lavori sono stati presentati anche nel corso di alcune mostre estemporanee in diversi comuni del territorio provinciale.
L’opera più significativa realizzata è un orso affiancato da un cucciolo dal peso di due tonnellate in legno di cedro.

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Ezio Giordano - Lo gnomo

Scultura in legno eseguita da Ezio Giordano di uno gnomo con una chiocciola sopra.

Foto di Walter Argenta

Franco Vergerio nasce a Lentiai il 31 marzo 1945, vive nel paese natìo fino all’età di sette anni, per poi abbandonarlo ed emigrare con la sua famiglia a Genova.
Tuttavia, necessità familiari lo spingono ben presto a lasciare gli studi e ad intraprendere il lavoro di disegnatore in uno studio tecnico.
A Genova vive sedici anni, ma la vita di città e il lavoro d’ufficio lo rendono insofferente tanto da decidere di scappare e tornare al proprio paese d’origine.
A contatto con la natura e libero dalla quotidiana monotonia del lavoro d’ufficio scopre l’amore per l’arte e per la scultura. Per diciassette anni alterna il lavoro in altura all’attività di scultore, che diventerà poi la sua unica occupazione.
Le sue sculture sembrano il punto mediale di una lunga peregrinazione, vissuta fra dubbi ed interrogativi esistenziali e proiettata verso una possibile pace globale.
I suoi legni sono netti, ma morbidi, sinuosi e carezzevoli; sono stati moncati di tutti i tormenti vegetali dell’origine, quindi ripuliti della loro storia naturale e sociale e rimandati poi, sobri nei nodi e nelle venature incancellabili, alla visione di nuovi occhi.
Questi legni sembrano parlare di vecchi dissidi personali ora sopiti e sembrano manifestarsi come una tensione verso l’essenziale, il non contingente, il puro.
Le sculture di Vergerio sono forse cosi pulite anche perché la loro matrice risulta priva del superfluo. Sono sculture legate ad una cultura, perciò intimistiche, ma appartengono ormai al mondo, quindi apolidi, cosmopolite.

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Franco Vergerio - La ragnatela

Scultura in legno e corda di Franco Vergerio, raffigurante una ragnatela sospesa fra due alberi ed un ragno.

Foto di Walter Argenta

Artisti vari - La rinascita

Una scultura su un ceppo di legno raffigurante un fiore

Foto di Walter Argenta

Artisti vari - La rinascita

Alcune opere d'arte su base di ceppi di legno

Foto di Walter Argenta

Beppino Lorenzet è nato e vive a Carve di Mel, nel comune di Borgo Valbelluna, e ha iniziato la sua carriera di scultore nel 1980.
Qualche anno fa ha scelto di dedicarsi completamente alla ricerca e realizzazione delle sue opere. Ha frequentando vari corsi di scultura ed è entrato in contatto con realtà culturali ed artistiche internazionali, arricchendo ulteriormente la sua forma espressiva.
Nell’ultimo periodo a tralasciato il tutto tondo a favore del basso e alto rilievo, che realizza anche in grandi dimensioni.
Nei caldi toni del noce, dell’olmo e del cirmolo, naturalmente profumato, emergono personaggi inconfondibili che firmano le opere di Lorenzet e le rendono uniche.
Uomini e donne con gli occhi stretti in uno sforzo espressivo, bocche importanti, qualche seno che compare tra i pizzi cesellati con maestria, corpi tesi ed aggressivi totalmente assorbiti, come teatranti, nella parte a loro destinata. Muri scrostati, vecchi chiodi, funi annodate e consunte dal tempo e dall’uso sono ricordi dell’infanzia contadina da cui è scappato con l’estro e la fantasia.
Luci e ombre completano le opere di Beppino, facendole respirare di vita propria.
Beppino Lorenzet non parla volentieri dei suoi lavori: non esaudisce la curiosità del suo pubblico a cui non restano che piccole finestre con inferriata da cui guadare i sogni, senza poterli afferrare.
Nel corso della sua attività egli ha partecipato a oltre 40 concorsi nazionali ed internazionali di scultura su legno e neve

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Beppino Lorenzet - Il folletto

Una scultura di legno eseguita da Beppino lorenzet di uno gnomo che si arrampica su una corda ed un gufo sulla spalla.

Foto di Walter Argenta

Sara Andrich è nata ad Agordo 30 Luglio 1974. Vive e lavora a Sedico.
Ha frequentato con successo l’Accademia di Belle Arti di Venezia, laureandosi in Scultura con tesi sulla maschera, argomento che studia ed approfondisce costantemente, realizzando personalmente maschere in legno e cuoio e collaborando con il gruppo Mascherai dell’Associazione “Arca dei Volti APS” di cui è vicepresidente.
Ha partecipato e partecipa ad eventi di scultura lignea, di arte performativa, mostre ed installazioni land art, realizzando opere utilizzando vari materiali quali legno, gesso, ceramica, poliuretano espanso, ferro, neve.
La sua ricerca artistica è eclettica ed ama inserire elementi curiosi ed interattivi e giocare cromaticamente dando ad ogni materiale nuova interpretazione.
Da anni si dedica all’insegnamento del disegno, della pittura e della scultura, presso la scuola del Legno di Sedico e nei corsi serali per adulti e nei laboratori artistici per ragazzi e bambini.
Vince numerosi premi fra cui il 3° premio al “Livigno wood’n’art (2018)”, il 1° Premio “Amedeo dal Pos” (2017) al simposio di scultura in legno di Canale ed infine il 3° posto al Concorso su neve a Valbondione (2010).

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Sara Andrich - Il nido

Una scultura eseguita da Sara Andrich di un nido con degli uccellini col il becco aperto arancione.

Foto di Walter Argenta

Beppino Lorenzet - Il fungo

Una scultura eseguita da Beppino Lorenzed di un fungo.

Foto di Walter Argenta

Gianni Stiletto, nato a Tambre d’Alpago (dove è mancato, nel 2013), è stato artista poliedrico e docente di educazione artistica.
Un’evoluzione, la sua, che lo ha indotto a non dispiegare le sue vele solo al vento dei puri sensi e delle sensazioni, a non misurarsi unicamente con il “veduto”, ma a cimentarsi con il “concepito”, navigazione tempestosa nel mondo intellegibile.
L’arte, per Stiletto, diviene una singolare fusione di istinto e razionalità, di pensiero e azione. In questa ottica, lo spazio e il nulla assumono valore in sé, in una concezione euclidea, dove arcane geometrie, arditi volumi in ampie ed accese aree cromatiche, si fondono in una dimensione assai originale. Stiletto è il frutto di una raffinata cultura accademica. Docente di discipline artistiche riassume in sé il tormento e i multiformi aspetti dell’evoluzione dell’arte.
La sua mano è abile nel disegno ed è in possesso dei valori, dell’uso giusto e sapiente dei differenti grigi per rendere i volumi e far scaturire l’ombra e la luce.
Così come i colori, più sovente i colori primari, divengono strumenti docili che usa come mezzo emotivo del suo linguaggio.
Nonostante la tecnica sia un imprescindibile punto di partenza, in ogni sua opera domina la creatività, la capacità di dire il nuovo e di ripensare codici artistici del passato con una propria originalità.
Ha esposto le sue opere in varie mostre collettive in Italia e all’estero ed ha partecipato anche a simposi di scultura su legno, ha effettuato installazioni nell’ambiente, pitture murali e opere di scultura pubbliche.

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Gianni Stiletto e Franco Vergerio - Concerto con coro di farfalle

Un'installazione di ideata e creata da Franco Vergerio raffigurante un contrabbasso, sopra il quale sono posizionate delle farfalle create da Gianni Stiletto.

Foto di Walter Argenta

Luca Lisot è nato ad Aarau (Svizzera) nel 1973. Dopo aver praticato nuoto agonistico e pallanuoto scopre l’arte in tutte le sue forme. Questa passione, assieme all’arrampicata, lo travolgerà e gli farà scoprire e liberare una parte di sé che da troppi anni ignorava.
Dopo aver frequentato corsi di scultura e di disegno di nudo, inizia un percorso di ricerca fatto di intensità e consapevolezza. Questo lo porterà a confrontarsi, in diversi simposi e mostre in Italia e all’estero, con grandi artisti.
Le sue creazioni prendono spunto dalla natura, sua grande ispiratrice, e dalle linee sinuose e armoniose delle donne. Crea sculture secondo uno stile molto personale alquanto stilizzato ed essenziale.
L’essenza della sua arte è stata così definita:
«Corpi di donne stilizzati, figure astratte che mirano a comunicare l’essenza delle cose e delle forme, opere che testimoniano la volontà di andare oltre la figura per approdare a forme ora cubiste, ora dinamiche e futuriste, ora sinuose e sensuali, alla Brancusi. C’è dell’espressionismo astratto nell’opera di Lisot, ma non solo: nelle sue sculture il pubblico è chiamato a interagire, a interpretare e a commentare ciò che ha davanti agli occhi: la scultura di Lisot non è qualcosa che semplicemente si contempla, è una percezione che richiede impegno da parte di chi ne fruisce».
L’essenza dell’arte, per lui, si condensa in poche, significative parole:
VIAGGIARE...L’AVVENTURA DI CONOSCERE SE STESSI,
IN PUNTA DI PIEDI.
LA VITA...BUON VIAGGIO

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Luca Lisot - La rana

Una scultura di legno raffigurante una rana creata da Luca Lisot.

Foto di Walter Argenta

Testi tratti liberamente dal libro "RimontArte" edito dal Gruppo Natura Lentiai e Comitato Frazionale di Bardies.